Il paradosso del grafico a torta: il più amato, il meno consigliato
Tutti lo amano, ma gli esperti di data visualization lo bocciano: il grafico a torta è il più discusso di sempre, poco efficace per chi analizza i dati, ma irresistibile per chi deve presentarli.
Bentornati al nostro consueto appuntamento settimanale (siamo a 69 wow) con la Business Intelligence, la Data Visualization, l’Intelligenza Artificiale e, soprattutto, con le avventure del team di Ellycode per portare tutto questo nelle piccole e medie imprese.
Come vi abbiamo raccontato a inizio anno, nel team Adoption è arrivata Chiara nel ruolo di data analyst. La particolarità? È una delle prime analiste in azienda a non essere stata influenzata dal "lato oscuro" dei linguaggi di programmazione durante la formazione. E, come ogni nuovo ingresso che si rispetti, il suo arrivo ha riacceso una vecchia battaglia interna: quella tra sostenitori e detrattori dei grafici circolari. In particolare, il discusso e sempre divisivo grafico a torta.
Questo perché, se c’è un grafico che riesce a mettere d’accordo gli esperti di data visualization su quanto sia poco efficace, ma al tempo stesso a conquistare il cuore di chiunque debba presentare dati senza essere un analista, quello è il grafico a torta.
Sì, proprio lui: il re indiscusso delle presentazioni aziendali, il protagonista assoluto di slide PowerPoint e report di ogni genere. Ma perché questa dicotomia così netta tra esperti e non addetti ai lavori? Prima di rispondere, un po’ di musica dalla nostra playlist Spotify:
Red velvet, vanilla, chocolate in my life
Funfetti, I'm ready, I need it every night
Red velvet, vanilla, chocolate in my life
I keep on hopin' we'll eat cake by the ocean
Perché gli esperti lo bocciano?
Ne abbiamo già parlato un anno fa, ma, per riassumere senza entrare troppo nel tecnico, il principale problema del grafico a torta è che il nostro cervello non è particolarmente bravo a confrontare le aree angolari. Quando due fette sono simili per dimensione, capire quale sia più grande diventa un esercizio complicato, soprattutto se il grafico ha più di 4-5 categorie.
Inoltre, l’assenza di una scala di riferimento chiara rende difficile percepire con precisione le differenze di grandezza, rischiando di distorcere la comprensione dei dati invece di facilitarla.
Allora perché è così popolare?
Semplice: è familiare, immediato e, diciamocelo, rassicurante. Un grafico a torta appare visivamente più semplice da interpretare rispetto a un istogramma o a un grafico a dispersione. Rappresenta una divisione intuitiva e il concetto di “parte di un intero” è più immediato rispetto ad altre rappresentazioni.
Inoltre, nelle presentazioni, i grafici a torta danno un’illusione di chiarezza, anche quando i dati non sono poi così chiari. Se un report deve comunicare rapidamente che un certo segmento è nettamente dominante, un grafico a torta con una fetta visibilmente più grande può essere sufficiente a trasmettere il messaggio, anche se non è il metodo più rigoroso.
Il compromesso di Elly: il raggruppamento automatico
Lavorando con clienti e partner, abbiamo accettato il fatto che i grafici a torta, pur con i loro limiti, continueranno a essere utilizzati. Per questo motivo, abbiamo introdotto una funzione che aiuta a rendere questi grafici più leggibili: la possibilità di raccogliere automaticamente le categorie più piccole in un’unica voce “Altro”.
Questo evita il classico effetto “esplosione di fette”, in cui troppe categorie creano confusione, e rende la lettura molto più chiara. Così, chi ama il grafico a torta può continuare a usarlo, ma con un piccolo aiuto che ne migliora leggibilità ed efficacia.
Prendiamo ad esempio un dataset che riporta 15 categorie di vendita prodotti:
In Elly è possibile limitare il numero di elementi da confrontare sul grafico, che nel nostro esempio mostra come sia difficile, anche con poche fette, riuscire a distinguere valori molto vicini tra loro, costringendoci a visualizzare le percentuali per capire che la categoria Alimentari è la fetta più grande.
Abbiamo però escluso dalla comparazione gli altri elementi, che possiamo portare sul grafico con il pulsante “Mostra altri valori come aggregato”.
In questo modo riesce a darci un’informazione interessante: le prime 5 categorie coprono da sole il 50% delle vendite complessive. Se questa è la storia che vogliamo raccontare, allora si è raggiunto un buon compromesso tra immediatezza e chiarezza.
I grafici a torta non spariranno nei prossimi tempi, e forse non spariranno mai. Anche se non sono la scelta preferita dagli esperti di data visualization, restano un punto di riferimento per chi cerca una rappresentazione immediata dei dati. La chiave, come sempre, è usarli con consapevolezza e con gli strumenti giusti per migliorarne la leggibilità.
Se vi va di provare tutte queste funzionalità sui vostri dati, contattateci! Saremo felici di organizzare una demo live per voi.