Ciao a tutti e ben trovati a questo nuovo appuntamento alla scoperta del mondo Ellycode. Oggi voglio portarvi dietro le quinte, mostrandovi come il nostro team, distribuito su tutto il territorio nazionale, collabora per rendere Elly - la nostra soluzione di Business (Artificial) Intelligence - sempre più innovativa ed efficace.
Nonostante lavoriamo ogni giorno insieme non siamo fisicamente gomito a gomito.
Proprio per questa ragione, ci impegniamo a incontrarci una volta al mese presso i nostri uffici di Casoria, in provincia di Napoli. Questi incontri mensili ci offrono l'opportunità di allontanarci temporaneamente dal codice per fare il punto della situazione e trascorrere del tempo insieme.
Organizzare questi incontri fisici mensili rappresenta sicuramente una sfida sia in termini di costi che di logistica, ma si è rivelata essere probabilmente l’attività più importante del nostro lavoro: ci permette di condividere sensazioni, aspettative, idee e la passione per ciò che stiamo realizzando.
Bisogna poi anche considerare che siamo riusciti a trovare i giusti equilibri e a lavorare in smart working, quello vero, non il remote working: stabiliamo obiettivi chiari e andiamo oltre gli orari di lavoro tradizionali legati ai contratti antiquati tipici del contesto italiano. Adottiamo una metodologia agile - SCRUM in particolare - da cui abbiamo preso le cerimonie che meglio si adattano al nostro lavoro (perché SCRUM è un framework, non una lista di cose da fare).
Fasi e concetti metodologici
Abbiamo un backlog (una lista) di cose da fare, da cui scegliamo quali attività svolgere in un periodo di tempo chiamato Sprint, che per noi è di due settimane lavorative. Il momento in cui scegliamo le cose da fare si chiama Sprint Planning, all’interno del quale fissiamo degli obiettivi e assegniamo i task da implementare. Alla fine di queste due settimane facciamo una riunione chiamata Sprint Review, durante la quale analizziamo le cose che siamo riusciti a fare e facciamo uno show case (una demo) delle implementazioni realizzate.
Ogni mattina facciamo una riunione chiamata Stand Up in cui ogni componente del team ha 5 minuti per raccontare cosa ha fatto il giorno prima, quali eventuali problemi o impedimenti ha avuto e cosa ha in programma. Se ci sono particolari necessità che emergono durante lo Stand Up pianifichiamo una “call di scopo” con le persone interessate per affrontare la necessità emersa o problema specifico. A volte si lavora insieme sullo stesso task perchè c’è bisogno di competenze specifiche o di un aiuto nello sviscerare una attività. Ogni volta che un componente del team termina l’implementazione di una funzionalità apre una Pull Request (PR), in cui chiede agli altri membri del team di revisionare il lavoro fatto.
Tutte le comunicazioni sono asincrone, ci sentiamo quando serve.
Sembra tutto perfetto vero? La verità è che per far funzionare una cosa del genere c’è bisogno di un team, un team vero. Stiamo parlando di un insieme di persone che non solo lavora insieme, ma che condivide scopi, visione e passione. Farlo da remoto non è semplice, ecco perchè una volta al mese ci incontriamo.
Durante queste giornate abbiamo almeno 2 ore (di solito 3) in cui ci confrontiamo su come sta andando il progetto, come ci sentiamo rispetto alle cose da fare, non da un punto di vista tecnico, ma da un punto di vista personale. È il momento in cui ci allineiamo come persone, dove decidiamo in che direzione deve andare il nostro lavoro, come renderlo sostenibile e come fare in modo che, nonostante la fatica, ci svegliamo ancora con la voglia di aggiungere quel tassello in più.
Durante i primi due anni di sviluppo di Elly - in piena tempesta covid - siamo andati avanti tenendo conto solo delle nostre aspettative. Da quando abbiamo aperto la beta privata a WPC 2022 è cambiato tutto.
Abbiamo messo al centro le aspettative dei nostri beta tester, i loro feedback, l’utilizzo vero che fanno della piattaforma.
Il carico di lavoro è aumentato in maniera esponenziale ovviamente, ma la soddisfazione di risolvere problemi reali a persone reali ci regala una carica continua e ci sprona a concentrarci sui problemi veri e non quelli esistenti solo nella nostra testa.
Voglio quindi dedicare la newsletter di oggi all’incredibile squadra che sono orgoglioso di guidare.
Le cose che ho imparato
Lavoro nel settore da tanti anni, ma fare prodotto è una partita diversa. Fare prodotto significa:
costruire una squadra,
concentrarsi sui processi lavorativi,
mettere il team nelle giuste condizioni di lavorare bene per esprimersi al meglio.
Quindi ho innanzitutto imparato che scrivere codice e implementare funzionalità è importante, ma non sufficiente. Ti permette di giocare la partita, ma non di vincerla.
Ho poi imparato che le famose soft skill, quelle relazioniali e di facilitazione, avrebbero bisogno di ben altro nome, che desse loro la fondamentale importanza che in realtà hanno. Saranno anche soft, ma pesano tantissimo nelle dinamiche aziendali e ancor più in una startup come la nostra.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, un grazie di cuore anche ai nostri beta tester che ci hanno permesso di portare Elly al livello successivo, quello reale, quello che risolve problemi veri ogni giorno: senza di voi non saremmo qui.