Tempo, scelte lente e il modo giusto di crescere (Michele Aponte)
Una riflessione di fine anno su dati, persone e decisioni consapevoli: cosa abbiamo imparato nel 2025 e la direzione che vogliamo dare al futuro
Bentornati nel mondo della Business Intelligence potenziata dall’intelligenza artificiale, dove di solito parliamo di dati, tecnologia e di come usarli come strumenti per prendere decisioni migliori.
Questa volta no. O meglio: non subito. Perché a fine anno — e soprattutto a Natale — ha senso fare qualcosa che durante l’anno facciamo troppo poco: fermarsi. Giriamo la manopola del volume per abbassare il rumore. Proviamo a fare spazio per una riflessione più lenta, profonda.
Per questo numero speciale, il 113 della nostra newsletter, lasciamo la parola al nostro CEO Michele Aponte e come sempre mettiamo su il pezzo giusto, direttamente dalla nostra playlist Spotify:
🎵 “Vienna” — Billy Joel
Una canzone gentile ma ferma, che ci ricorda che non sempre è necessario correre per dimostrare qualcosa. Anzi ci dice che la maturità non è fare di più, ma capire cosa conta davvero e dedicarsi a quello. Vienna parla di tempo, di aspettative, di non avere fretta:
non tutto deve succedere subito e non tutto ciò che tarda è in ritardo.
Per questo oggi non facciamo il solito recap di fine anno fatto di feature e annunci. Preferiamo rallentare e affidarci alla voce di Michele.
Qualche riflessione di fine anno (di Michele)
Ciao a tutti,
scrivo questa newsletter in prima persona, cosa che non succede spesso. Ma il 2025 è stato uno di quegli anni che non si lasciano riassumere con una semplice lista di risultati o di rilasci. È stato un anno intenso, a tratti faticoso, sicuramente non lineare. Un anno in cui abbiamo costruito tanto, anche quando il lavoro non era immediatamente visibile all’esterno.
Abbiamo capito che crescere non significa solo aggiungere, ma anche togliere. A volte significa rinunciare per fare spazio. Abbiamo rallentato quando sarebbe stato più facile accelerare e abbiamo detto qualche “no” che, nel breve periodo, non sembrava conveniente.
Lo abbiamo fatto perché ci siamo resi conto di una cosa fondamentale: fare un prodotto è relativamente semplice; farlo adottare davvero dalle aziende è tutta un’altra storia. Quei “no” sono stati necessari per garantire una cosa che oggi consideriamo irrinunciabile:
la sostenibilità — economica e operativa — per chi lavora con noi, per i nostri partner e per i clienti che ogni giorno devono far funzionare le cose, non solo raccontarle.
Nel 2025 abbiamo visto tantissima tecnologia e tantissime promesse, ma abbiamo incontrato anche molte aziende stanche, confuse, sovraccariche di strumenti e povere di chiarezza. La sensazione diffusa che abbiamo percepito nelle call e nei progetti non è “mi manca l’AI”, ma “mi manca un modo semplice per capire cosa sta succedendo”.
La Business Intelligence non fallisce perché mancano dashboard o modelli predittivi. Fallisce quando è troppo distante dalle persone che dovrebbero usarla.
Per noi, questo è un punto non negoziabile: innovare non significa calare uno strumento dall’alto, ma entrare in dialogo con i contesti reali, accompagnando il cambiamento senza far sentire nessuno inadeguato.
Le aziende che iniziano un percorso di digitalizzazione non hanno bisogno di slogan sul diventare “data-driven”. Hanno bisogno di capire da dove partire, con quali strumenti e con la certezza di essere supportate. Abbiamo scelto una strada forse meno appariscente, ma più coerente: meno rumore e più adozione.
Questa consapevolezza ha influenzato profondamente l’evoluzione di Elly. La nostra filosofia è rimasta semplice: Elly va verso i dati, senza imporre cambiamenti traumatici ai sistemi aziendali. Quest’anno è diventata più matura, più concreta e più vicina alle esigenze reali. Non è perfetta, ovviamente, ma è onesta rispetto a ciò che vuole essere: uno strumento che parla la lingua del business, non quella dei tecnici.
Guardando al nuovo anno, ci sono due parole che tornano spesso nelle nostre conversazioni interne. E non è un caso.
Partnership: nessuna piattaforma cresce da sola. Crediamo nel valore di chi conosce già i processi e i settori. La nostra idea di partnership è modulare: non cerchiamo distributori, ma co-creatori. Partner che integrino Elly per costruire soluzioni verticali su misura, dal turismo alla logistica, dagli ERP alle nicchie dove la differenza la fanno i dettagli.
Semplificazione: semplificare l’adozione della cultura del dato per chi sta iniziando ora. Ridurre le barriere linguistiche e tecniche. Per noi, semplificare significa permettere a chiunque di interrogare i dati in italiano semplice, trasformando la complessità in azioni quotidiane.
Il 2026 non sarà l’anno delle “feature miracolose”, ma quello della costruzione consapevole. Delle scelte fatte con più attenzione, meno fretta e più visione.
Prima di chiudere, un grazie sincero a chi ci segue e ci regala la sua stima da tempo.
A chi ci ha scoperto solo quest’anno.
A chi ci ha fatto domande scomode, mettendoci davanti a decisioni difficili.
A chi ha fatto notare i nostri limiti e a chi ci ha costretto a prendere decisioni difficili ma necessarie.
Se Elly è quello che è oggi, è anche grazie a questo confronto continuo, ed è una cosa che non diamo mai per scontata.
Chiudo con un augurio semplice: che il 2026 sia un anno di scelte migliori. Non necessariamente perfette, ma più consapevoli.
Buone feste, davvero. Ci sentiamo dall’altra parte dell’anno.
Michele


