Da quando abbiamo cominciato a mostrare Elly in giro per l’Italia ci è stato spesso chiesto perché avessimo scelto proprio questo nome. I motivi sono principalmente tre: 1) volevamo un nome breve, 2) facilmente memorizzabile e 3) che fosse il più amichevole possibile con gli utenti meno esperti ed Elly è semplicemente perfetto 😃
Ma in realtà una fonte di ispirazione c’è stata…
Nella sua idea originale Elly doveva essere un assistente virtuale che potesse aiutarmi a gestire Blexin, la mia azienda, fornendomi le informazioni di cui avevo bisogno in maniera chiara e veloce.
Prima di Elly a darmi una mano c’era Mariarosaria, mia sorella, che svolgeva esattamente questo compito: con i suoi magici Excel, da cui generava altri Excel, rispondeva a tutte le domande necessarie per decidere se accettare un nuovo progetto, se comprare un nuovo computer, se assumere un nuovo collaboratore, affidarci a un consulente esterno, quante e quali retribuzioni poter offrire oppure ancora se investire su nuove attività. Grazie Mariarosaria! Te lo ripeto spesso, ma mai abbastanza 🙌
In altre parole sin dal primo giorno (parliamo del 2013) le nostre scelte si sono sempre basate sui dati, oggi diremmo azienda data-driven, ma invece di una intelligenza artificiale ne avevamo una naturale.
Quando Mariarosaria ha preso altre strade professionali per noi è cominciato un lungo percorso che solo nel 2020 ha preso forma con Elly, che a quei tempi era solo una bella idea: una tela bianca, completamente vuota, e la possibilità di chiedere informazioni in linguaggio naturale per riempirla.
Le prime persone con cui ne parlai apertamente furono Antonio Liccardi e Francesco de Vicariis in Blexin, ma per non sembrare un pazzo omisi che stavo rispolverando un’idea risalente al 1964 di cui avevo letto su un vecchissimo libro comprato a un mercatino che parlava di sistemi esperti, macchine di quinta generazione e una piccola storia a proposito di Eliza, probabilmente il primo chat bot della storia.
Si trattava di un piccolo script realizzato da Joseph Weizenbaum che permetteva di simulare una conversazione in inglese che “imitasse un terapeuta”. La scelta non fu casuale, la seduta con un terapeuta è una situazione semplice, in cui si può facilmente rispondere a una domanda con una domanda partendo da un insieme di parole molto limitato. All’epoca i computer interattivi erano le telescriventi, ben quindici anni prima del personal computer, ma lo script è stato riportato sotto forma di gioco anche nei primi PC.
Se siete appassionati di serie TV come me, nell’episodio 12 della prima stagione di Young Sheldon, lo spin-off di Big Bang Theory che racconta l’infazia di Sheldon Cooper, c’è un simpatico esempio di funzionamento di Eliza:
Ovviamente non c’è niente di intelligente in Eliza, ma il concetto di poter avere un’esperienza utente di tipo conversazionale con una macchina -. che oggi con ChatGPT ci sembra la cosa più normale del mondo - è sempre stato di grande interesse, perchè permette anche a utenti non tecnici di fare cose complesse interagendo con un computer in un modo più naturale per gli essere umani.
Se proprio vogliamo fare un confronto tra Eliza e ChatGPT dovremmo utilizzare il concetto di intelligenza alla base del test di Turing, che cerca di misurare l’intelligenza di una macchina attraverso la capacità di un essere umano di capire se sta parlando con una macchina o un altro umano semplicemente ponendo delle domande attraverso un terminale.
Piero Savastano, un divulgatore italiano che ho avuto il piacere di conoscere, lo spiega bene in un suo video:
Se vi va di approfondire ulteriormente il Test di Turing, Wikipedia è di grande aiuto.
Alan Turing, l’ideatore del test, è considerato uno dei padri dell’informatica, se non avete mai sentito parlare di lui vi consiglio l’ottimo film “Il gioco dell’imitazione”, che racconta di come sia riuscito durante la seconda guerra mondiale a decifrare enigma, una macchina attraverso la quale i nazisti si inviavano codici segreti per coordinare gli attacchi contro gli alleati:
La cosa divertente è che qualcuno si è preso la briga di sottoporre al Test di Turing sia Eliza che alcune implementazioni di GPT (qui il link), il motore alla base di ChatGPT e i risultati sono molto interessanti, anche se vanno presi con le pinze:
In realtà non ci interessa molto se Eliza fosse intelligente o no, ci interessa il desiderio umano di riuscire a comunicare con le macchine, utlizzando il proprio modo di comunicare, superando tastiera, mouse, touch e qualsiasi altra interfaccia debba mediare questa comunicazione.
Rimuovere l’intermediazione tra i dati e le persone che hanno bisogno di trasformare dati in informazioni è alla base di Elly, che deve probabilmente il suo successo proprio al fatto che cerca di risolvere un problema reale e sentito.
Grazie ai modelli di intelligenza artificiale che abbiamo a disposizione, alla potenza del cloud computing che è diventato alla portata di tutti e al fantastico team di Ellycode che ha messo insieme queste due cose per permettere alla piccole aziende di diventare delle data-driven company, possiamo fare davvero la differenza.
Spero di avervi dato un po’ di materiale con cui aspettare la fine di questo 2023, ma vi aspetto nel 2024 per capire insieme come usare nella vita quotidiana questa incredibile tecnologia e liberare tempo della vostra vita da attività ripetitive e noiose per investirlo nelle cose che vi stanno più a cuore.
Vi auguro una buona fine d’anno 2023 e uno sfavillante inizio 2024 da parte mia e da tutto il team di Ellycode.